Vacanze in Campania: cosa vedere, dove alloggiare e quali cibi tipici assaggiare
Moltissimi italiani scelgono ogni anno di trascorrere le loro vacanze in Campania. Le località di mare della regione più note come Positano, Amalfi, Sorrento, Palinuro o le isole dell’arcipelago partenopeo come Ischia e Capri, sono molto gettonate. Per chi trascorre le vacanze estive in famiglia e vuole recarsi in Campania coi bambini, queste località balneari si prestano, grazie ai numerosi servizi, ai tanti stabilimenti in spiaggia e alle strutture alberghiere disponibili per tutte le fasce di prezzo. Non è raro leggere sulle riviste e online tante offerte, anche last minute, per gli alloggi nella regione. Ma oltre al mare, dove andare e cosa vedere per scoprire meglio la ricchezza del territorio? Ecco i miei consigli e suggerimenti per le vostre vacanze in Campania nel 2020.
Cosa vedere in Campania: i posti da non perdere in vacanza
Come si fa a dire “Campania” e a non nominare Napoli? È impensabile recarsi in viaggio in questa parte d’Italia ed escludere questa città costiera meravigliosa. Imperdibile una passeggiata sulla strada chiamata Spaccanapoli, che divide in due il centro storico, con una sosta al monastero di Santa Chiara. A seguire, il Chiostro delle Clarisse e Il Castel Nuovo, conosciuto come Maschio Angioino. Piazza del plebiscito, simbolo di Napoli, vi lascerà senza fiato, con la chiesa di San Francesco di Paola, il Palazzo Reale e il colonnato.
Oltre a una visita della città di Napoli, vi consiglio di programmare nel vostro itinerario, anche in base alla stagione, una gita:
- al Vesuvio,
- a Pompei,
- alla Reggia di Caserta,
- a Positano,
- a Salerno, famosa in particolar modo per le illuminazioni artistiche che ci sono a Natale.
Alberghi di lusso in Campania: Hotel Villa Luisa 4 stelle per concedervi il massimo relax
Se pensate che le vacanze in Campania siano unicamente una soluzione per chi vuole spendere poco e cerca alloggi low cost, vi sbagliate. Anche in questa regione esistono alberghi di livello, dotati di ogni confort. Uno di questi è l’Hotel Villa Luisa a Pozzuoli. La sua posizione è strategica poiché si trova a 20 metri dal Golfo di Pozzuoli e a 100 metri dal Lago di Lucrino, lontano dalla confusione. Da qui è possibile raggiungere facilmente la città di Napoli, che dista 8 km.
Rendono particolarmente gradevole il soggiorno in questo hotel in Campania la terrazza all’ultimo piano, il centro benessere, che comprende bagno turco, 2 saune, vasca fredda, vasca idromassaggio e palestra ed il parcheggio gratuito. Non mancano convenzioni con i migliori ristoranti e stabilimenti balneari della zona.
Il Setificio Leuciano: un’azienda campana da scoprire
Oltre che di viaggi, di turismo e di enogastronomia, mi piace sempre scoprire la storia di qualche azienda made in Italy che è storicamente legata al territorio di cui parlo.
Il Setificio Leuciano porta avanti l’antica arte della Seta di San Leucio, coniugando il rispetto per la tradizione con il vantaggio delle nuove tecnologie. L’antica fabbrica è stata rinnovata da un gruppo di giovani imprenditori che ha ridato vigore a questo importante polo dell’artigianato locale e italiano.
La Real Colonia di San Leucio ha sviluppato sin dal 1789 la produzione di pregiate stoffe, divenute famose in tutto il mondo. Questo avvenne grazie al progetto illuminato di un re e attualmente tale Sito Reale, insieme al suo museo della Seta e alla Reggia di Caserta, è riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Il Setificio Leuciano è l’ultimo e unico setificio ancora attivo a San Leucio e, oltre alle stoffe, produce e commercializza accessori di pregio, come:
- borse in seta,
- cravatte di seta,
- oggetti di seta per bomboniere e altri elementi legati al settore del wedding e delle cerimonie.
La Costiera Amalfitana e la colatura di alici di Cetara
Se la Costiera Amalfitana è una delle località da vedere in Campania, ci sono anche alcuni cibi tipici della regione che hanno origine proprio qui. Se pensate di fare una tappa da queste parti, vi consiglio di assaggiare, in uno dei ristoranti della zona, almeno un piatto di spaghetti conditi con la famosa colatura di alici di Cetara. Se dovese piacervi il gusto, non esitate a procurarvi qualche barattolo di colatura di alici nei negozi della zona, da portare a casa per condire i vostri piatti. Scrivo spesso dei prodotti tipici della gastronomia italiana che richiedono lunghi e raffinati processi di produzione e lunghe attese: questo è uno di quelli per cui vale la pena spendere un po’ di più.
Anche se questo prodotto sembra derivare in qualche modo dall’antico Garum, il motivo per cui le sue origini si collocano a Cetara è che la ricetta, andata perduta, fu riscoperta qui nel XIII secolo D.C. dai monaci cistercensi.
La colatura di alici di Cetara è quasi trasparente, è di colore leggermente ambrato e la sua forza è il gusto risoluto ed intenso.
Il Garum: antecessore della colatura di alici
Il Garum, condimento molto diffuso all’epoca degli antichi romani, proveniva dall’oriente e si diffuse molto nel II secolo A.C.. Ne scrisse, infatti, il cuoco imperiale Apicio, testimoniando che il prezzo di questa salsa era molto elevato e che, quindi, era considerata un prodotto di lusso.
Si preparava disponendo in un coccio uno strato di erbe e uno di alici, insieme ad altri pesci di piccole dimensioni e a pezzi di pesci più grandi. Il tutto veniva coperto con del sale grosso. Dopo una settimana, si attendeva per altri venti giorni rimestando quotidianamente il composto, fino a ottenere una crema dalla quale far fuoriuscire un liquido. Questo veniva filtrato e usato poco alla volta, grazie alla sua scadenza a lungo termine.
Ve ne parlo approfonditamente nella puntata della mia trasmissione “Il Gusto con Candy Valentino” sulla Webradio SenzaBarcode, che potete ascoltare di seguito.
Candy Valentino
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