Pasta di grano duro siciliano: ecco come nasce il pastificio Ucciardone
Siete amanti della pasta di semola di grano duro? Se volete mangiare un prodotto di qualità e allo stesso tempo sostenere un progetto di valore etico, vi invito a scoprire la pasta di grano duro siciliano dell’Ucciardone. La produzione di questa pasta è nata nella omonima Casa di Reclusione di Palermo a seguito del percorso di rieducazione dei detenuti del carcere, divenuti così abili mastri pastai. La detenzione include in tal modo anche un momento di riabilitazione e fornisce gli strumenti per una nuova inclusione sociale tramite un prodotto che è frutto di impegno e orgoglio. Alla base di questa iniziativa di economia carceraria ci sono la consapevolezza della fama di un alimento italiano per eccellenza come la pasta e il desiderio di valorizzare il territorio siciliano e i suoi grani antichi.
Ucciardone e la scelta della pasta di grano duro siciliano
La pasta di semola di grano duro siciliano rappresenta il patrimonio storico e culturale della civiltà contadina della Sicilia. I grani utilizzati per produrre la Pasta dell’Ucciardone sono per la maggior parte scomparsi perché considerati poco idonei alla coltivazione di massa e allo sfruttamento del terreno. La riscoperta di queste coltivazioni permette quindi anche di gustare sapori dimenticati.
Le varie tipologie di pasta di grano duro siciliano in vendita online e negli store su strada derivano da un processo di trafilatura al bronzo seguito da essiccazione lunga a bassa temperatura. Ciò garantisce al consumatore che sceglie questa pasta siciliana anche un corretto valore nutrizionale.
Giglio Lab e la Pasta dell’Ucciardone in Sicilia
Il pastificio a Palermo nato all’interno dell’istituto di detenzione è il risultato della visione dei fondatori dell’azienda Giglio Lab. Questi, insieme all’allora direttrice della Casa di Reclusione Calogero di Bona – Ucciardone, Rita Barbera, hanno pensato di dare vita a un’impresa sociale autonoma. In seguito hanno fatto in modo di rendere questa creazione competitiva sul mercato della produzione di pasta di semola di grano duro siciliano. Nell’ottobre 2017 è stato allestito l’impianto di produzione di pasta siciliana nella quinta sezione della prigione.
Ad animare il progetto è, come nella maggior parte delle iniziative legate all’economia carceraria, la volontà di promuovere un processo di rieducazione che passi attraverso un lavoro artigianale. Questo pastificio artigianale in Sicilia offre prodotti di elevata qualità e mette sul mercato un nuovo marchio che punta sulle proprietà del grano duro siciliano.
Il logo che rappresenta il pastificio siciliano nato nel carcere
Il nome di questo pastificio di Palermo richiama quello dell’istituto penitenziario e deriva dal siciliano “u ciarduni”, che vuol dire cardo. Questa pianta veniva infatti coltivata nel terreno dove è sorto l’edificio del carcere.
Il logo che rappresenta il brand del pastificio siciliano parte dalla pianta stilizzata dell’istituto divisa in 9 padiglioni che diventano raggi del sole. Un simbolo che evoca la Sicilia e il suo clima ma anche un senso di luce e speranza. La freccia, invece, rappresenta la sezione del carcere adibita a pastificio, che ha il potere di “spingere fuori” da quel contesto e creare una connessione tra detenuti e persone all’esterno.
I formati di pasta di grano duro siciliano Ucciardone
La pasta siciliana prodotta dai detenuti del carcere a Palermo è disponibile in diversi formati e nelle due tipologie di semola integrale e di semola di grano duro. È trafilata al bronzo ad essiccazione lunga a bassa temperatura. La pasta integrale di grani duri antichi siciliani, moliti a pietra naturale è chiamata Perciasacchi e prende il nome dalla omonima varietà di grano antico tipico siciliano utilizzata per produrla. La semola usata nella produzione della seconda tipologia, invece, è ottenuta dall’insieme delle tre varietà di grano Iride, Duilio e Simeto coltivato in Sicilia.
Le tipologie di pasta di semola di grano duro e integrale sono:
- i canneroncini, un formato di pasta inventato proprio da Ucciardone, più piccolo del mezzo sedano e particolarmente adatto a zuppe e minestroni di stagione;
- le caserecce, caratterizzate dalla superficie liscia ideale per ogni sugo;
- i ditaloni rigati, un formato tipico napoletano, proposto nella versione rigata estremamente versatile in cucina;
- i rigatoni, formato originario del Lazio, utilizzato e apprezzato in tutta l’Italia e all’estero, perfetto per i ragù di carne e le paste al forno;
- le mezze penne e le penne;
- i sedani.
Intervista a Mimmo Giglio e Barbara Scira
GiglioLab non si è sviluppata solo come semplice azienda produttrice di pasta ma anche come laboratorio di sperimentazione sociale, tecnica e alimentare. Ce ne parla Mimmo Giglio in un episodio de “Il Gusto con Candy Valentino”. Nella puntata potrete ascoltare anche Barbara Scira che racconta la storia del progetto avviato nel carcere di Palermo:
Candy Valentino