
Abitart Vanessa Foglia: la stilista italiana “fuori moda” racconta la sua sinestesia
Il marchio Abitart di Vanessa Foglia,nell’ambito dell’iniziativa “Diritti alla Moda” di Altroconsumo, ha curato tempo fa l’evento “Sinestesia Abiti/quadro o quadri/abito?”. Non si è trattato di una semplice sfilata e occasione per scoprire la nuova collezione della stilista italiana. Durante questa vera e propria esposizione d’arte, infatti, si sono potuti ammirare gli arazzi creati da Vanessa Foglia, realizzati con tecnica di fusione di tessuti. “Sinestesia” è stato anche un momento per veicolare un importante messaggio sociale: «Lo scopo dell’evento – ha spiegato Silvia Castronovi, responsabile dell’iniziativa Diritti alla Moda – è quello di sensibilizzare il consumatore e il produttore del settore moda ad un prodotto nel rispetto della salute, della legalità, dell’ambiente: comprare è una scelta di gusto e di etica».
Le collezioni della stilista italiana Vanessa Foglia
“Vorrei scrivere un abito, disegnare una poesia, vorrei cantare un quadro e suonare una scultura” citano i primi versi di un componimento poetico firmato tempo fa dalla stessa couturier. Le collezioni di Vanessa Foglia nascono sempre da un complesso uso della geometria dei tessuti e di elementi espandibili come zip e bottoni che mutano la forma, creando abiti che si trasformano addosso. E così ecco come prendono vita:

- la Linea Scrivere, in tessuto jeans e tessuto a navetta con armatura in cotone fantasia, vivacizzati da scintille di lurex;
- la Linea Infinito in jacquard pied de poule bianco e nero con applicazioni a farfalla in georgette e rifiniture realizzate interamente in seta;
- la Linea Poesia in georgette floreale giallo e crepe fantasia impreziosito da piccoli inserti di georgette micro pois e righe lurex;
- la Linea Scolpire in jersey fantasia a quadri e georgette floreale blu che si uniscono a tessuti in creponne multi righe colorate e plissé in satin bluette;
- la Linea Quadro in creponne floreale su base bianca e raso lucido, caratterizzati dal disegno del sole.
Non sono mancati effetti scenici creati attraverso proiezioni in 3D dello scatto fotografico più emblematico dell’artista Franco Olivetti. «Olivetti è stato il mio maestro di vita fin dalla presentazione della mia prima collezione – ha affermato Vanessa Foglia –, grazie a lui ho potuto comprendere il vero significato del concetto di sinestesia».
Può spiegare anche a noi cosa intende per sinestesia e come la ricerca nelle sue creazioni?
«Quando realizzo una nuova linea di abiti attingo a ciò che mi accade, alle situazioni che vivo per trovare nuove idee e quest’anno ho voluto incentrare il mio lavoro sulla sinestesia perché ho seguito un processo diverso dal solito, partendo dagli arazzi, dai quadri per poi arrivare all’abbigliamento».
Ho letto che fin da ragazza, mentre formava il suo gusto artistico, ha sviluppato l’ideale di poter vestire anziché il corpo di una persona, la sua anima… pensa di essersi avvicinata a questo sogno?
«Penso di essermi avvicinata a realizzarlo soprattutto grazie al lavoro eccezionale che esegue lo staff dei miei punti vendita: loro fanno sentire le clienti seguite e coccolate quando entrano in negozio; le fanno sentire bene cercando il loro colore e spesso mi riferiscono che, se qualcuno entra nervoso e stressato, dopo aver provato e indossato l’abito giusto esce con un umore migliore».
Nella scelta delle lunghezze, delle stoffe, dei colori lei non sembra mantenere alcun legame con le “tendenze” del mondo della moda. Non ha mai paura di allontanarsi troppo dai dettami di ogni stagione? Crede che questo tipo di abito sia rivolto solo ad un certo tipo di clientela?

«Una cosa davvero importante che mia madre mi ha insegnato è che in questo mestiere è meglio non aprire i giornali o sfogliare le riviste di moda per non farsi condizionare, altrimenti si limita la propria creatività. La mia priorità è sempre stata di creare qualcosa di mio: i miei sono abiti senza tempo. Non c’è un target preciso al quale mi rivolgo… signore, giovani ragazze, mamme con bambine: si tratta di donne che non vogliono seguire gli schemi quindi, forse, le accomuna più che altro un “target mentale”. I cosiddetti trend a dirla tutta, sono dettati il più delle volte da chi produce le stoffe e i tessuti e questo sistema indirizza il consumatore verso un acquisto “usa e getta” che non condivido».
Diritti alla Moda è un progetto che sta riscuotendo interesse in tutta Italia. Secondo lei sta crescendo l’attenzione all’acquisto da parte del consumatore?
«Il mio lavoro è 100% made in Italy e sono certa che questa qualità venga sempre più cercata dall’acquirente: nei nostri negozi, ad esempio, capita che chiedano anche magliette e abiti semplici, spinti non tanto dalla ricerca dell’indumento particolarissimo nello stile, quanto dalla certezza della qualità. Sensibilizzare correttamente il pubblico è importante perché fa ancora molta confusione. Ho preso parte a qualche discussione su Facebook, di recente, perché molti protestavano riguardo alla decisione di Fendi di far sfilare delle pellicce. Non si può rimanere fissati solo su questo punto e poi, magari, acquistare dei jeans trattati con acidi (che si presuppone abbiano messo del personale in condizioni di lavoro pericolose per la salute) senza rendersene conto».
Candy Valentino
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