
Fish4Fish tra economia circolare e alternative agli imballaggi in plastica
Ogni anno l’industria della pesca produce più di diecimila tonnellate di scarti di molluschi che contengono una sostanza utile, la chitina. Da questa si possono produrre validi composti di imballaggio in sostituzione dei classici imballaggi di plastica.
Rebecca Pogni, professore associato di chimica fisica all’Università di Siena, coordina il progetto Fish4Fish. Questo ha lo scopo di produrre un materiale polimerico attivo e sostenibile di confezionamento innovativo a base di derivati chitinolitici. Per la produzione di questo materiale si sfruttano proprio i rifiuti di biomassa marina. Tali imballaggi migliorano la durata di conservazione del pesce e in seguito possono essere usati come fertilizzanti e conservanti microbici per le piante. Un perfetto esempio del concetto di economia circolare, quindi, poiché dal pesce stesso è possibile ricavare un prodotto che può unire necessità della conservazione e salvaguardia del pianeta.
Addio agli imballaggi in plastica, come sono fatti i contenitori Fish4Fish

Fish4Fish consiste in un consorzio formato da sei partner italiani e spagnoli provenienti dal mondo accademico e da quello degli affari. Le confezioni realizzate conFish4Fish offrono una efficace schermatura UV esono:
- sostenibili,
- sicure,
- antiossidanti,
- antimicrobiche,
- biodegradabili,
- compostabili.
L’obiettivo del progetto è quello di produrre prototipi di vassoi e film per le imprese che si occupano del confezionamento del pesce. Questi imballaggi ne potrebbero migliorare la durata e dopo l’utilizzo possono entrare nel sistema di compostaggio domestico come conservanti microbici e fertilizzanti per le piante. L’iniziativa, inoltre, promuove la transizione verso un futuro senza fossili. Tutto ciò può portare benefici sia all’ambiente che all’economia, in un’ottica di bioeconomy.
La risposta ecologica agli imballaggi di plastica: il successo di Fish4Fish
In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza voluta dall’ONU a partire dal 2015 e celebrata a febbraio, un’italiana ha testimoniato la sua impresa innovativa. Si tratta della coordinatrice di Fish4Fish, Rebecca Pogni, selezionata tra le tante scienziate attive nella bioeconomy. Uno dei principali obiettivi della Giornata, infatti, è proprio quello di rafforzare la posizione delle donne nella bioeconomy per promuovere la transizione verso uno stile di vita più sostenibile. L’attenzione nei confronti di iniziative di economia circolare e lotta allo spreco di plastica è aumentata a livello internazionale e i progetti innovativi in tale ottica sono premiati.
Come ridurre lo spreco di plastica quando si acquista il pesce?

La sensibilità nei confronti dell’inquinamento e il rispetto dell’ambiente crescono ogni anno e molti consumatori si chiedono come ridurre lo spreco di plastica negli acquisti alimentari. Gli imballaggi in plastica sono usati molto spesso nei supermercati per aumentare i tempi di conservazione dell’alimento. Un imballaggio di buona qualità in effetti è fondamentale per garantire la durata di conservazione dei prodotti ittici. Prestare attenzione alla tipologia di confezione, però, può aiutare molto nella scelta del fornitore e del pesce.
Grazie alla soluzione proposta da Fish4Fish, progetto italo-spagnolo finanziato dall’Unione Europea, le confezioni per conservare e vendere il pesce si realizzano utilizzando materiale proveniente da crostacei e calamari. Tramite la sostituzione di questo tipo di confezioni a quelle tradizionali, si riduce considerevolmente lo spreco di plastica. Nel parlo nella puntata di Il gusto con Candy Valentino che potete ascoltare di seguito:
Candy Valentino